balancing rocks di Bill Dan – foto mia
English version following.
La bucket list si compila con le cose da fare prima di morire, con variabili personali e io ho potuto spuntare una voce dalla mia, compilata mentalmente tanti anni fa: andare in bicicletta sul Golden Gate. Felice. Grazie a chi l’ha reso possibile. Grazie anche al Ponte che si è lasciato attraversare e alla bici che si è lasciata pedalare da me.
Tornando verso casa, quel giorno, sulla mia strada ho incontrato un uomo tutto intento a mettere in equilibrio delle rocce. Forse esserne capace era nella sua bucket list. Ha messo in splendido equilibrio svariati massi, in molte pile. Mi sono fermata a parlare con lui. Dedica la sua vita di pensionato a quella attività e ricava guadagno dalla vendita dei filmati che documentano le sue abilità. Fa parte di un gruppo di impavidi equilibratori di rocce che si ritrova più volte l’hanno per una specie di festival della roccia in equilibrio. Nell’ultimo dicembre erano più di trecento. Ma lui è considerato un Maestro. Bill Dan è il suo nome e qui potrai vedere un filmato che rende bene l’idea di quanto tempo, quale dedizione, quale concentrazione gli occorrano. La sua è un’arte rara, comprensibile a pochi. Non si tratta solo di abilità, è, secondo me, qualcosa di più. O io ci vedo qualcosa di più. Qualcosa che c’entra con la lentezza e la saggezza o la saggezza della lentezza o ancora con la lentezza della saggezza?
Ora che la mia bucket list ha un’altra voce spuntata (una già spuntata da tempo era far volare un aliante, ma questa è un’altra storia, per un futuro post), so che dovrei accontentarmi. Mi sono applicata con attenzione ad imparare l’arte di ringraziare (le persone, il mondo, me stessa), altra cosa difficile; credo inoltre di aver capito il significato vero del ringraziamento quindi spero di non dare dimostrazione di ingratitudine verso il mondo se oggi, seppure al rientro dal mio fantastico viaggio, dopo un colloquio di lavoro nel quale speravo molto ma andato male, dico: porcavaccazozza! Qualcosa dentro di me si sta disperando, si sta strappando i capelli, piange e sbatte la testa contro il muro. Qualcos’altro, tuttavia, guarda queste rocce in equilibrio e si calma.
Non ho le competenze necessarie per ricoprire il posto di lavoro per il quale sono andata a colloquio, le premesse erano forvianti, diciamo, e non so se ho quel qualcosa in più che occorre per mettere in equilibrio delle rocce. Ho altre competenze, altre cose in più. Me lo dico. Me lo riconosco e mi ringrazio per quelle ma, riporcavaccazozza, mi occorre un lavoro retribuito. SUBITO!
Intanto scrivo e continuo a ringraziare per quello che ho. Vuol dire che mi dovrò accontentare di ancora meno. Mentalmente allineo aeree pietre (l’altra parte continua a sbraitare, la sento anche con i tappi alle orecchie) e cerco qualcosa di nuovo che riporti al numero costante di 10 la mia bucket list. Tu ne hai una? La proporzione tra voci spuntate e voci ancora da spuntare ti soddisfa, a questo punto della tua vita? Pensi come me che dovremmo avere sempre almeno 10 desideri da esaudire?
In a bucket list we write down things we wanto to do before we die, with personal variations, and I had the chance to tick something off mine, mentally written many years ago: to ride a bike to the Golden Gate. Delighted. Thank you to be ones who made this possible. Thanks to the bridge too, that let me cross it, and to the bike that let me ride it.
Riding home, that day, on my way back I met a man busy balancing some rocks on top of one another. Maybe being able to do that was in his own bucket list. He put various rocks in many, beautifully balncied piles. I stopped to talk to him. He dedicates hi life of retirement to this activity and he gets a profit by selling small films recording his skills. He’s part of a group of other brave rock-stackers who gather many times a yeas for a sort of rock-balancing festival. Last december it was their 300th one. But he is considered a Master. His name is Bill Dan and here you can watch a video that properly shows how much time, dedication and concentration he puts in his work. This is a rare art, undertandable to a few. It’s not just about skill, in my opinion, but something more. At least I see something more. Something about hisslowness and his wisdom, or with his wisdom’s slowness, or maybe with his slowness’ wisdom?
Now that I ticked something else off my bucket list (another one, already crossed off, was to fly a glider, but that’s a story for another post), I know I should be satisfied. I put a lot of effort in learning the art of saying thanks (to people, to the world, to myself), another difficoult thing; I also believe I understand the true meaning of thank, so I hope not to sound ungrateful to the world if today, after my return from my amazing trip, after a work interview I was looking forward to, but gone wrong, I say: porcavaccazozza (bad word). Part of me is feelingdesperate, pulling her hair, banging my head against the wall. While the other part of me looks at these rocks balanced on top of one another and calm herself.
I don’t have the experience necessary to do the job I interviewed for, I could say I was misled, and I don’t know if I have what is necessary to keep my own rocks in balance. I have other things, other experiences. I tell myself. I acknowledge it and I’m grateful for it, but ri-porcavaccazozza (again!). I need a waged job. NOW!
In the meantime, I write and keep being grateful for what I have. It means I will have to settle for less. I line up rocks in the air in my mind (the other part of me keeps yelling, I can era even if with plungs in my ears) and look for something new to get my bucket list number back to 10.
Do you have one? Does the difference between ticked-off points and the ones yet to tick-off sutisfies you, at this point in your life? Do you think, like me, that we should always have 10 wishes to fulfill?