DELL’AMORE E DELLA PIZZA

pizzaChe poi una parte, perché le regalano un viaggio per San Francisco, va a stare con suo fratello (quello americano) e la sua famiglia, porta con sé un po’ di pasta madre sfidando tutte le regole internazionali sull’importazione/esportazione di beni alimentari e un cuore spiegazzato.

Disfa la valigia, trova la pasta madre (che chiameremo It, come il buon Stephen King concederà) un po’ sofferente, quasi completamente fuoriuscita dal barattolo di vetro in cui era rimasta rinchiusa per troppe ore, la rinfresca come ogni bravo panettiere farebbe e si dedica poi ad appianare le pieghe del cuore.

Se la felicità è cosa effimera, la pizza non lo è e raggiungere lo stato di grazia passando da cose molto pragmatiche e terrene, credimi, non è poi così difficile.

Così incomincia a preparare l’impasto necessario per fare pizza un po’ per tutti. Per acquistare gli ingredienti necessari si reca in un supermercato (quelli americani piccolissimi misurano il triplo di quelli grandi italiani), si diverte un mondo con suo nipote a cercare ogni ingrediente camminando per miglia tra uno scaffale e l’altro (dove la gente smaltisce in questo modo le troppe calorie ingerite comprandone di nuove) nella cattedrale del family packaging, ride come una matta, torna a casa (quella americana) e tra un abbraccio e una chiacchiera sente che il cuore sta ringiovanendo, sta avendo una sorta di naturale lifting, in cui ogni spiegazzatura precedente, piano piano, sta scomparendo.

Avere quindi tutta la famiglia (quella americana) riunita intorno al tavolo a mangiare le molte pizze uscite dal mega-super efficient forno, godere della compagnia di ciascuno e dei racconti di tutti, sarà stereotipo, ma assicura la felicità. Credimi, questo non è il racconto del Mulino Bianco, è solo il racconto di una possibilie felicità fatta di pizza homemade.

Una poi vorrebbe anche che l’oceano che divide l’America dall’Italia fosse improvvisamente più piccolo, giusto per avere facilmente anche la famiglia italiana con lei, ma sa che non si può avere tutto nella vita e si organizza, intanto, per un nuovo impasto.